accompagno le persone attraverso il lutto perinatale e il lutto

Accompagnare attraverso il lutto perinatale

Accompagnare attraverso il lutto perinatale

Da tanti anni ormai mi occupo di lutto perinatale.

Giungo a questa materia per esperienza personale: due delle mie figlie sono morte in grembo nel secondo trimestre di gravidanza.

Da subito mi sono trovata catapultata in un mondo nuovo (molti genitori raccontano una sensazione simile), tuttavia mi è stato immediatamente chiaro che quel mondo non mi rappresentasse. Sentivo che le parole (e molte delle consuetudini) che venivano usate per raccontare questo lutto non facevano per me. Ciò mi ha portato ad indagare oltre e cercare la mia strada.

Da sempre scrivo e conosco molto bene il potere delle parole.

Il modo in cui questa esperienza viene raccontata, quasi all’unisono, dipende dagli assunti che abbiamo appreso su temi fondamentali come la vita, la morte, la genitorialità e il nostro ruolo nel mondo.

Siamo immersi fin dal concepimento dentro queste credenze e le abbiamo apprese al punto da non riconoscere quanto siano frutto di un particolare punto di osservazione: cambiando prospettiva tutta la nostra realtà muta e con lei le emozioni che sentiamo.

Per esempio, se diciamo che la morte di un figlio sia innaturale, diventa molto difficile integrarla: come possiamo pensare di trovare un senso a qualcosa che la natura non contempla?

Da dove viene la credenza che la morte di un figlio sia innaturale? Beh, ce lo sentiamo ripetere ovunque…

Di fatto però le persone muoiono da sempre, in qualunque momento della loro esistenza. Addirittura abbiamo maggiori probabilità di morire proprio durante la vita intrauterina. Quindi, non solo la morte è un aspetto naturale della nostra esperienza terrena, ma è addirittura imprescindibile. Allora perché ripetere e ripetersi che la morte di un figlio sia innaturale?

Possiamo dire che la morte:

  • provochi una vera e propria mutilazione nella nostra percezione identitaria
  • che faccia un male atroce, talvolta insopportabile, ma in natura accade da sempre, perciò…
  • da qualche parte in noi, devono esistere le risorse per affrontare tutto questo: ce lo dice l’evidenza! Se non le avessimo maturate, ci saremmo estinti già molto tempo fa.

Noi, come società:

Si capisce perché sia tanto difficile affrontare il lutto e in particolare questo lutto che porta delle aggravanti: la morte di un figlio in grembo o intorno alla nascita ha dei risvolti importanti sul senso di identità della mamma.

Che madre è quella che non sa mettere al mondo un figlio vivo e sano? (senti che verbo ho usato? “Sa mettere”, come se la morte dipendesse da una incapacità della mamma, cioè fosse sotto il suo potere. Quindi ci aspettiamo la sua onnipotenza…)

Che donna è quella che non può dirsi madre? Da migliaia di anni il valore della donna passa attraverso il suo generare figli, sebbene da sempre i figli muoiano a prescindere dalla buona volontà delle madri.

Controllo: noi pretendiamo di avere il controllo sulla vita e sulla morte, ci crescono così.

Ma non è realistico.

L’esistenza non ha nulla a che fare col controllo.

A partire dalle parole si può operare un grande cambiamento. Scelta la narrazione, già sappiamo quale sarà il nostro destino. Siamo noi a scegliere…

Non abbiamo il potere di controllare ciò che ci accade,

ma abbiamo il potere di scegliere cosa fare con ciò che ci accade.

Quando incontro donne (perlopiù sono le donne a rivolgersi a me, sebbene i papà siano sempre più numerosi) che mi dicono che soffriranno in eterno, perché la morte del loro figlio è stata una punizione che non meritavano e che mai accetteranno questa ingiustizia, vedo chiaramente una storia già scritta. Sono scelte molto personali.

Nel mio piccolo racconto una storia diversa. Do dimostrazione che si può fare in un altro modo, ma occorre perdere l’equilibrio per un attimo e compiere un passo che ci sposti da dove siamo.

Senza questo movimento la situazione andrà sempre più consolidandosi sulla traccia che fin dal mio ingresso in questo mondo mi si è palesata; la condizione di lutto perinatale sta generando nuove identità sociali: le madri speciali o fra cielo e terra dei figli Mai nati e dei figli arcobaleno.

In questi casi la morte del figlio diviene filo conduttore per il resto dell’esistenza, anche delle generazioni successive.

Nei miei scritti e nei percorsi con cui accompagno i genitori in lutto offro nuovi punti di vista: è possibile attraversare il lutto, ricostituire la propria identità, ritrovare il gusto della vita, generare altri figli affrancati dal lutto, restando genitori di tutti i figli (vivi e morti), senza sdoppiarsi fra cielo e terra e senza patire una sofferenza di fondo per sempre.

Per partecipare ai percorsi di scrittura espressiva, alle consulenze (NON psicologiche/terapeutiche) individuali e/o di coppia e agli incontri di Auto Mutuo Aiuto è necessario desiderare di spostarsi da dove si è.

Se anche tu non ti rassegni alla sofferenza, rivuoi una vita piena e sei disposta/o ad impegnarti verso questo obiettivo, possiedi già tutto ciò che serve per raggiungerlo.

Se non sai da che parte cominciare e desideri che ti accompagni lungo il tuo viaggio, scrivimi.

Accompagnare attraverso il lutto perinatale

Accompagnare attraverso il lutto perinatale

Accompagnare attraverso il lutto perinatale

Pubblicato per la prima volta il 17 maggio 2023

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