accompagno le persone attraverso il lutto perinatale e il lutto

Tra memoria e ricordo

Tra memoria e ricordo

Perché è così importante che gli altri riconoscano la passata presenza e la presente assenza di nostro figlio?
Perché viviamo come una mancanza di rispetto la ‘dimenticanza’ di chi ci sta intorno? Mancanza di rispetto verso il figlio che non c’è più e che non può difendersi dall’essere ignorato.
È compito nostro difendere la sua memoria?
Per chi la difendiamo? Per lui o per noi?
Lui ci ha chiesto di essere difeso?
E noi, abbiamo bisogno di essere difese? Se sì, da cosa?
Cosa succede quando giunge una nuova gravidanza?
La dimenticanza si fa più evidente e di conseguenza il bisogno di affermare la memoria… perché?

La nostra identità passa anche attraverso ciò che gli altri ci rimandano e se il gruppo intorno a noi ci restituisce che non siamo madri, non abbiamo avuto un figlio e quel figlio non è né vissuto né morto, potremmo vacillare.
Al di là di ciò che pensa ed esprime la gente, noi possiamo trovare il nostro centro, ricordandoci che non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo registrare il nostro modo di accogliere il loro agito su di noi.
Noi siamo quel che siamo perché abbiamo vissuto ciò che abbiamo vissuto, non perché la gente ce lo riconosce.

Dedicare il nostro tempo nel pretendere che gli altri ci riconoscano qualcosa che non sono in grado di accogliere, poiché mancano loro gli strumenti, è un grande dispendio di energie che per forza viene sottratto ad altro, per esempio è sottratto al cercare il nostro nuovo equilibrio.
Può accadere che l’ordinario si trasformi in una crociata con la quale difendiamo a spada tratta la memoria di nostro figlio.
La nostra identità dunque, non è solo quella della madre di un figlio morto, ma quella della madre che difende la memoria del figlio morto.

Noi tutti moriremo e spariremo dalla memoria.
Tutti, fatta eccezione dei vari Giacomo Leopardi e Giuseppe Garibaldi.
Giacomo e Giuseppe sono nella nostra memoria, da cui derivano i monumenti. Il monumento ci rammenta il personaggio e le sue gesta.
Altro è il ricordo.
Il ricordo sgorga dal cuore, non dalla mente. Non ha bisogno di rappresentazioni materiali, esiste in quanto energia.

Ecco, a me sembra che ci concentriamo tanto ad erigere monumenti e ci perdiamo l’energia.
Quell’energia ci tiene in connessione con l’amore che ci lega a nostro figlio. Nessun monumento la può generare.
E quando siamo nel flusso di quell’energia, noi stesse siamo la rappresentazione di quell’amore per chiunque ci passi accanto.
Così l’energia si propaga… invisibile, ma potenzialmente in eterno.

Tra memoria e ricordo

pubblicato per la prima volta il 4 agosto 2023

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