accompagno le persone attraverso il lutto perinatale e il lutto

Come nasce una mamma

Come nasce una mamma

Tutti noi siamo figli di qualcuno.

Tutti noi siamo stati dal principio un puntino…

Un genitore nasce così: da un puntino.

C’è chi inizia il suo viaggio con un pensiero, chi invece ci si ritrova senza nemmeno pensarci.

C’è chi spera una vita senza raggiungere mai il suo sogno, c’è chi lo raggiunge senza mai poterlo toccare.

Un genitore è genitore fin dalla speranza di un figlio, lo è anche se quel puntino arriva senza avere occupato il grembo della madre, lo è anche senza avere in comune con lui nemmeno l’ombra di un gene.

Un genitore è colui che c’è, sempre e comunque, meglio che può, come sa e oltre ciò che immaginava, mentre il puntino di cui è custode avanza.

Un genitore è dapprima un figlio: siamo quello che siamo anche perché veniamo da dove veniamo.

Come nasce una mamma

Pubblicato per la prima volta il 17 luglio 2014

Come nasce una mamma

Estratto Professione Mamma

Il mestiere di genitore è il più difficile del mondo.
Quante volte l’ho sentito dire!

La domanda allora mi sorge spontanea: perché il mestiere più difficile del mondo, oltre che il più importante, è l’unico che non presuppone una formazione?

Probabilmente perché nessuno può arrogarsi il diritto di dirti che tipo di genitore devi essere, perché ogni genitore è unico e uguale solo a se stesso, perché non esiste una figura di genitore-tipo, dato che bisognerebbe avere l’elasticità di adattarsi al figlio che si sta allevando e ogni figlio è unico, uguale solo a se stesso.

Insomma, non esiste una scuola per genitori, in compenso esistono quantità di esperti (più o meno accreditati) che elargiscono vere e proprie perle di saggezza, illustrando così un modo giusto di essere genitori.

In realtà non esiste un genitore giusto, ma esiste un genitore cool.

Un genitore capace di interpretare ciò che gli esperti giudicano essere meglio per allevare un figlio.

Al genitore del nuovo millennio non possono mancare gigantesche cuffie da piazzare sul ventre occupato dal piccolo in arrivo perché possa già assaporare le hit del momento.

Non può mancare ogni genere di ammennicolo della sezione ‘puericoltura’: ha un certo gusto retrò per le ancestrali modalità di allevamento della prole.

Quindi lo troveremo pronto a sfoggiare lunghi drappi di tessuto, in cui insacca il piccolo fagotto in evoluzione. Perché è trendy essere a metà fra mamma-canguro, con una spruzzata di scimpanzé, senza sconfinare troppo nel gusto meramente africano, prontamente allontanato dall’uso di un drappeggio prezioso di tendenza etnica o dalle fantasie più occidentali, meglio se firmato da qualche stilista del momento.

È un genitore attento al tipo di palato del figlio: infatti ho perso il conto di quante tettarelle ci siano in commercio.

Forme, misure, flussi, materiali: mai una uguale all’altra, così da non scivolare nel banale e rischiare di trovare il
ricambio al primo colpo.

È attento all’alimentazione: infatti è necessario ‘integrare’ l’alimentazione del piccolo in evoluzione con le sostanze più disparate: vitamina D, K, fluoro, ferro e zinco, per dirne alcuni.

Ma serviranno davvero? Perché ad ogni figlio che partorisco, l’elenco aumenta, quindi mi domando se la primogenita si smonterà, presto o tardi, a causa della vitamina Vattelapesca che, vedi tu la sfortuna, quando è nata non era ancora di
moda.

Essere un buon genitore corrisponde appunto alla corretta interpretazione della moda del momento.

Ai tempi in cui sono stata io bambina era la stessa cosa: è cambiata solo la moda da interpretare.

Con un certo sarcasmo, una certa vena critica e qualche ammissione di fondatezza, vorrei raccontare il mio essere mamma. Dalla teoria alla pratica, passando inevitabilmente sulla pelle dei miei figli che, bontà loro, se ne faranno una ragione prima o poi: di mamma ce n’è una sola – per fortuna!

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